Pittura barocca: un riflesso dei cambiamenti culturali nell’Europa del secolo XVII

Il ‘barocco’ è uno stile pittorico che raggiunse l’apice della sua diffusione nel secolo XVII partendo da Roma e spingendosi poco a poco nella quasi totalità dell’Europa fino alla fine del secolo successivo.

Questo termine venne usato per la prima volta verso la fine del Settecento per esprimere esuberanza di decorazioni ed ornamentazioni tanto da essere definito “la peste del gusto” dallo storico neoclassico Francesco Milizia nel 1871; nella pittura barocca infatti il coinvolgimento diretto dei sensi ed un uso più teatrale e profondo dell’iconografia toccavano molto efficacemente l’animo dello spettatore commuovendolo e conquistando il suo gusto non più attraverso le forme armoniche proprie del Rinascimento ma mediante una espressione più reale ed una più forte sollecitazione dei sensi.

La chiesa cattolica fece ricorso a tale mezzo per esercitare opera di persuasione sui fedeli e per rispondere alle sempre crescenti pressioni protestanti, utilizzandolo in modo mirato per arrivare direttamente all’animo dei fedeli e catturarne l’attenzione non più con stili regolari e forme armoniche ma esprimendo emozioni forti.

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Aspetti generali della pittura barocca

Forme grandiose e monumentali, decorazioni ed ornamenti molto vistosi ed esuberanti che lasciavano trasparire forti emozioni ed un pizzico di follia dell’artista, enormi dipinti a parete ed affreschi per volte di antichi palazzi e chiese sono le caratteristiche principali di questo stile che così intendeva illustrare gli elementi basilari del dogma cattolico; i pittori utilizzavano abbaglianti schemi di colore, spirali vorticose o comunque un forte senso di movimento per sorprendere e meravigliare lo spettatore, sviluppavano nuove e sempre più tenebrose tecniche di chiaroscuro per rendere l’atmosfera più attraente, miravano insomma a sbalordirlo completamente.

Nascita di questo stile di pittura

Contemporaneamente al progressivo spegnersi del ‘manierismo’ con imitazioni e repliche sempre più ripetitive e schematiche si andava diffondendo invece lo stile ‘barocco’, più semplice e facilmente capibile da qualsiasi ceto sociale proprio perché non c’era nessun bisogno di ricorrere ad intelletto e raffinatezza per comprenderne le opere; tutto era infatti basato su un acceso coinvolgimento dei sensi e sulla partecipazione emotiva dello spettatore che restava strabiliato e completamente rapìto dall’impatto con forme bizzarre e asimmetriche o decorazioni di mastodontiche dimensioni.

I primi a sviluppare opere con questi critèri furono i bolognesi fratelli Carracci che decorarono con enorme successo la ‘galleria farnese’ sita nell’omonimo palazzo in Roma; successivamente troviamo poi altri artisti emiliani come Guercìno, Guido Reni e Domenichino ad accodarsi a questo stile già in crescente espansione nei maggiori centri italiani.

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Caratteristiche della pittura barocca italiana

Dopo la controriforma cattolica del diciassettesimo secolo, la chiesa divenne il ‘cliente’ più grande per gli artisti di questo stile che nacque come risposta al protestantesimo ed era volto a recuperare le anime perse per ricondurle alla dottrina; l’arte di questo periodo recitò infatti un ruolo primario per la diffusione di idee controriformiste, e per riuscire a farlo si proponeva di arrivare direttamente all’animo ed ai sentimenti della gente esprimendosi con forme grandiose e monumentali ed accentuando il pathos dello spettatore con particolari tecniche che risaltavano i forti contrasti di colore, i giochi di luci ed ombre, l’energia del movimento.

Grandiosi affreschi e magnifiche rappresentazioni di scene sacre decoravano palazzi e chiese ritraendo i personaggi principali nel loro aspetto più naturale possibile, conferendo quindi alle scene sacre un fattore di credibilità che sbalordiva il popolo riavvicinandolo così alla dottrina.

Principali esponenti della pittura barocca

Il napoletano Gian Lorenzo Bernini è sicuramente uno dei maggiori e poliedrici esponenti di questo movimento; non era infatti solo pittore ma anche commediografo, scultore, architetto e tutte le sue opere avevano come unico punto fermo la grandezza e la magnificenza degli ornamenti e delle decorazioni che poteva quindi toccare l’animo dello spettatore più direttamente, a prescindere dalla sua cultura o ceto sociale.

Nicola Grassi, Paolo Caliari detto il ‘Veronese’ e Jacopo Robusti (meglio conosciuto come Tintoretto) impreziosivano Venezia con le loro bizzarre composizioni e vivacissimi giochi di colore mentre a Parma si faceva notare la spregiudicata bizzarria di artisti come Correggio e Parmigianino; la vera maturità di questo movimento pittorico raggiunse poi il suo apice con le megalomani decorazioni di Pietro da Cortona come ad esempio quella della volta del salone di palazzo Barberini eseguita in Roma tra il 1633 e il 1639.

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